Sul sito istituzionale del Ministero della salute è stato pubblicato l’ Executive Summary del progetto VIIAS - La Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute in Italia (già oggetto di approfondimento in un recente articolo pubblicato). Il progetto integra le competenze in materia ambientale e sanitaria nel contesto italiano al fine di disporre di un sistema di valutazione integrata degli effetti ambientali e sanitari dell’inquinamento atmosferico (in particolare sull’esposizione della popolazione e sulla mortalità in Italia attribuibile al PM2.5, NO2 e O3) in grado di valutare la situazione esistente e i possibili scenari futuri
nel contesto nazionale.
I risultati del progetto hanno portato alle seguenti stime e valutazioni:
- per il 2005 sono stati stimanti 34.552 decessi per cause naturali attribuibili a esposizione nel lungo periodo a PM2.5 e 23.387 decessi per esposizione a NO2; inoltre 1.707 decessi per patologie a carico dell’apparato respiratorio sono attribuibili all’esposizione ad ozono. L’inquinamento colpisce maggiormente il Nord e in generale le aree urbane congestionate dal traffico e dalla prossimità alle aree industriali. Anche il riscaldamento domestico, soprattutto per l’incremento dell’utilizzo delle biomasse (principalmente legno e pellet) è responsabile del peggioramento della qualità dell’aria e del conseguente impatto sulla salute;
- Nel 2010 si osserva una importante diminuzione degli effetti del PM 2.5 (21.524 decessi) e dell’ NO2(11.993 decessi), dovute alla riduzione delle emissioni e alla contrazione dei consumi imputabili alla recessione economica;
- nel 2020, nonostante i miglioramenti tecnologici e le politiche adottate (CLe), si avrà uno scenario simile rispetto a dieci anni prima (28.595 decessi per PM2.5 e 10.117 per NO2).
I risultati indicano che le variazioni previste per il 2020 (CLe), e che vedono i consumi di biomassa per riscaldamento come elemento di trade-off tra politiche climatiche e di qualità dell’aria, producono un impatto sanitario peggiore di quello che si è già verificato con la diminuzione delle emissioni dovuto alla recessione economica.
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